Quando pensiamo allo studio di un’ artista, la mente va spesso allo stereotipo che ci ha fornito la letteratura romantica e quindi a un luogo intimo, posto magari in una soffitta, dove l’artista si crogiola in attesa dell’ispirazione fra tele, pennelli e calchi di gesso.
E’ sicuramente di ben altro aspetto lo spazio dove crea Antonio Ievolella : una vera e propria officina di Vulcano, fra le scintille provocate dalla lavorazione del metallo, i paranchi che muovono pesantissimi componenti e il rumore di flessibili in azione in sottofondo. E’ il destino di chi ha scelto di piegare alla propria ispirazione il ferro e l’acciaio corten, adeguando la propria creatività ai materiali più tipici della nostra epoca.
Antonio Ievolella nasce a Benevento nel 1952 da una famiglia di artigiani decoratori e sin da piccolo si trova a sperimentare il mondo delle “forme”. Parallemente alla ricerca artistica, che pratica a Napoli, si avvia all’insegnamento e il suo “sbarco al nord” avviene quando ottiene una cattedra al Liceo artistico di Brera. I lavori di quegli anni, prettamente orientati verso materiali e linee essenziali in piena sintonia con le esperienze minimaliste dell’epoca, richiamano l’attenzione di un grande critico quale Giovanni Carandente che, nel 1988, lo invita ad esporre alla Biennale di Venezia nella sezione “Scultori ai Giardini”.
Inizia allora un periodo di intensa attività espositiva e di committenze private e istituzionali. Proprio per la monumentalità della propria opera scultorea, l’artista ricerca infatti spazi che solo grandi collezioni private o luoghi pubblici possono offrire, non disdegnando tuttavia di lavorare anche su formati più maneggevoli spingendosi, addirittura, sino alla creazione di gioielli. Con gli anni la sua arte ammorbidisce certe asprezze minimaliste, aprendosi maggiormente al racconto, spesso mutuato dalla vita rurale e da una spiritualità contadina. Il nostro territorio accoglie varie opere di Ievolella, basti pensare alla grande installazione “U Guarracino” posta nei giardini dell’ospedale San Gerardo di Monza e alla ricca collezione di sculture ospitate nel Parco della Fondazione Rossini a Briosco. In Veneto, terra d’elezione dell’artista, si possono poi ammirare installazioni, fontane e capolavori come “I guardiani della Dormiente”, un enorme progetto realizzato all’ingresso del camposanto di Rio San Nicolò nei pressi di Padova. Prerogativa di uno sculture che si rispetti sono poi i progetti delle proprie opere e qui Ievolella fa affiorare la sua vena più pittorica, realizzando dei cartoni dove le linee severe si uniscono alla luminosità dei colori e alla concretezza dei materiali che spesso vengono abilmente inseriti a collage per non interrompere mai quel fecondo dialogo con la materia.
La Brianza, terra per definizione di grande operosità ma anche di profonda sensibilità artistica, non poteva non ospitare le opere elaborate di un artista come Ievolella .